In uno dei punti più alti dell’Umbria, sulle pendici dei Monti Sibillini, nel cuore del Parco Nazionale si erge Castelluccio, con i suoi piani carsici e il suo paesaggio meraviglioso.
L’edificazione del Paese si fa risalire al XIII secolo, ma la presenza dell’uomo in questo luogo misterioso, non è affatto recente. Ne sono testimonianza diversi frammenti di terracotta di epoca romana, rinvenuti in località Soglio, presso la fonte di Canatra, e di monete di bronzo con il ritratto dell’Imperatore Claudio II (268-270 dc).
La storia di Castelluccio e il suo sviluppo sono strettamente legate alla storia della pastorizia.
Quando nacque l’esigenza di cambiare l’attività della pastorizia da stagionale a stanziale, cominciò il disboscamento delle alture per creare nuovi pascoli; inoltre il legno era usato come materiale da costruzione e da riscaldamento.
Un largo piazzale asfaltato accoglie il visitatore che giunge a Castelluccio. E’ qui che si affacciano una serie di edifici, un tempo stalle e fienili. Sui muri grandi scritte di vernice bianca, incomprensibili a chi non conosce il dialetto o i problemi di Castelluccio. Salendo sulla sommità del colle, una volta chiamato “le pitture”, si giunge all’abitato più antico del paese.
Della vecchia fortificazione cinquecentesca non rimane che un portale, e pochi tratti delle mura, oltre si accede alla piazzetta della chiesa di S.Maria Assunta anch’essa del 1500.
E’ il maggiore monumento storico artistico, all’interno vi è custodita una pregevole scultura lignea raffigurante una Madonna (1499) attribuita a Giovanni Antonio di Giordano, maestro scultore di Norcia.
Le anguste stradine che salgono e scendono, portano ai diversi livelli dell’abitato. Le case, addossate le une alle altre sembrano difendersi vicendevolmente dal freddo, molto spesso hanno piccole finestre, e sui muri sino a pochi anni fa si potevano vedere piccole figure sacre in ceramica, che una volta forse rappresentavano la sola difesa degli abitanti contro le avversità della natura.